Una finestra ad est
(English below)
L’edizione 2012 del BlissBeatFestival ospita una sezione dedicata alle arti visive. La natura interdisciplinare e non dogmatica del Festival diventa un campo d’azione privilegiato per una serie di artisti che da anni si muovono all’interno di una ricerca olistica, al crocevia di etica e estetica.
Ad uno sguardo ampio, il Novecento è costellato di artisti che incanalano le loro energie creative in un fare intuitivo e gestuale, senza scindere mente e corpo, proponendo un rapporto attivo tra soggetto e oggetto, esperienza e contemplazione. Contemporaneamente all’adesione all’interdisciplinarità, è allora che lo sguardo all’oriente si è fatto cosciente. Il caso, l’asimmetria, lo spazio nella dialettica di vuoto e pieno, l’indifferenziazione tra materia e concetto sono divenuti parte di un fare che ha permesso all’occidente di ritrovare la sua matrice pre-classica, il Panta Rei di Eraclito.
Gli artisti che colgono questa coincidenza, si muovono spesso nell’ascolto del divenire delle cose. Osservano il pulviscolo che collega la materia all’immateriale e, con gesti accorti, lo trasformano in oggetto o esperienza estetica. Conoscono il valore della concentrazione che sfocia in un gesto d’energia, spesso minimo, e la traduzione in un linguaggio il più approssimato possibile alla sensibilità. Se sono pittori, usano di preferenza la china, per la sua fluidità che non consente correzioni; se sono performer, prediligono l’azione in natura, in cui il corpo, umano vegetale astrale, manifesta il contatto del sé con il mondo di cui è parte; se usano la tecnologia, arrivano a dilatare il tempo reale in spazi di largo respiro, esperienze vicine alla contemplazione.
In questa prima edizione di arti visive al BlissBeatFestival, l’evento Una finestra ad est raccoglie opere in natura, portfolio da sfogliare e due perfomance. Gli artisti selezionati per quest’incontro tra pratiche yoga e arte d’oriente sono Stefano Giorgi, Gosia Turzeniecka e, nelle vesti di curatrice-artista, Emanuela Genesio. Tutti quanti conoscono e praticano tecniche pittoriche in cui la fluidità dell’inchiostro di china incontra le textures granulose e leggerissime delle carte più disparate. Amano lasciare ampio respiro allo spazio bianco, campo di forze ed energie che la polarità del segno nero equilibra attraverso immagini in bilico tra forme astratte e mondi figurativi. In modo diverso, si confrontano con la performance o l’installazione: per captare il multiforme passaggio degli eventi del reale, per dar vita a improvvisazioni in dialogo con la musica, la danza e altre pratiche creative, o per proporre ambienti esperienziali in cui lo spazio naturale ha valore compositivo.
In particolare, al BlissBeatFestival 2012, Gosia Turzeniecka propone una performance guidata dall’ascolto di una pratica yoga tenuta da Marco Mandrino; Stefano Giorgi espone un grande rotolo dipinto alla maniera tradizionale cinese, ed Emanuela Genesio un’installazione e improvvisazione performativa in cui i segni dell’I Ching si confrontano con il respiro e l’energia degli spazi verdi di Cascina Bellaria nell’incontro con le persone.
A window to the East
This year, the BlissBeatFestival, thanks to its interdisciplinary and non-dogmatic nature, becomes a privileged field of action for some artists who have been committing for many years to an holistic research combining ethics and aesthetics. In the 20th century, a large group of artists drove their creative energy towards intuitive actions and conceptual signs, leading to an art which allowed the union of mind and body, subject and object, that entails contemplation.
The interest towards the interdisciplinary method pushes artists towards the East. The chance, the asymmetry, the dialectic between fullness and emptiness, the non-differentiation between matter and concept, have become a part of their way of creating. It’s in this moment that the West recognizes again its pre-classical matrix, the Heraclitus Panta Rei identity.
The artists understanding and taking into consideration this coincidence, often move along the idea of listening to the evolution of things. They observe with delicate attention the connection between material and immaterial and transform it into objects, or convert it into an aesthetic experience. This concentration flowing into a wave of energy, often minimal and essential, is part of the artists training, who intend to translate it into a language which is as close as possible to a sensibility.
If they are painters, they preferably use the china ink: its fluidity does not allow corrections; if they are performers, they prefer to act in nature: where the body, whether astral, human or vegetable, acts inside the world they are part of; if they use the technology, they come to expand time in boundless spaces close to contemplation.
This first Visual Arts section of the Bliss Beat Festival, A window to the East, hosts some artworks relating to this scenario: some of them are installed among trees, others to be leafed through and two performances.
Three are the artists involved in this first meeting of yoga and oriental art: Stefano Giorgi, GosiaTurzeniecka and Emanuela Genesio, who is also the curator of the show. They all skillfully handle the china ink or watercolor, where the watery material is meditatively pulled over the grainy textures of different papers, from the very smooth to the more coarse ones. They know the importance of the empty space, how to combine delicacy and energy with the black mark, thanks to images balancing between abstract and figurative spheres. These three artists, each one in a different way, deal with the performance and the installation, to capture the multifaceted reality and the dynamic events; to propose a dialogue with music, dance or other artistic practices through improvisation; and to create places where the natural space becomes a part of an aesthetic composition. For the Bliss Beat Festival 2012, Gosia Turzeniecka offers a painting performance on a guided yoga practice by Marco Mandrino; Stefano Giorgi exhibits a large scroll painting in a traditional Chinese style; and Emanuela Genesio proposes an installation and performance where I-Ching signs interact with the natural space and energy around Cascina Bellaria and the people.