BLUE THINKING
Blue Thinking è un insieme di litografie nate a Parigi attorno agli anni 2000 e rielaborate negli anni a seguire attraverso ritagli e aggiunte del segno scritto.
L’insieme è formato da 23 litografie di formati diversi stampate su carte antiche, lettere e buste scritte e spedite da persone, luoghi e tempi sconosciuti, così da divenire pezzi unici.
La scrittura incarna qui un segno libero dal contenuto, ritmo di linee e forme che dialoga con il blu sporcato di grigi vaporosi e il bianco della carta.
Il blu è il leitmotiv di questi astratti che rinviano percettivamente al mare e agli abissi, al cielo e all’orizzonte senza per altro alludervi simbolicamente o figurativamente. Da questa dissoluzione figurativa, l’infinito è a un passo.
Nel sistema tantrico dei chakra, il blu è spesso associato al quinto passaggio, un luogo immaginale in cui la creatività si dispiega in tutta la sua bellezza, una sorta di snodo in cui il materiale si rarefà, la generosità diventa grazia. In questo punto, l’ascolto, il senso dell’udito diventa intuizione, la forma individuale si disfa verso l’universale. Come vapore acqueo, la percezione comincia a passare attraverso il silenzio, luogo di rarefazione che di lì a poco diventa uno spazio di rumore bianco, verticale e orizzontale insieme.
La mostra si è svolta dal 24 ottobre al 22 novembre 2009 ad Alba, Galleria Il Busto Mistero. Quattro dei quindici pezzi rimasti sono stati esposti nella collettiva presso la Galleria Ipazia di Alba dall’8 dicembre 2012 al 5 gennaio 2013.
La mostra si è svolta durante il Blissbeatfestival nel luglio 2015.
Durante il festival, nella sezione MaterialeImmateriale, Emanuela Genesio ha curato due seminari teorico-pratici nei quali la vista e il suono sono parte di pratiche esperienziali interdisciplinari. Sotto la sua guida, e con la collaborazione di due artisti, Iginio De Luca e Gianni Siccardi, le parole, il suono e le immagini confluiscono in una meditazione attiva, dove l’esperienza diretta del colore, le vibrazioni strumentali e vocali si calano nella consapevolezza del corpo.
In Nel Blu. La materia immateriale dell’arte, le proiezioni dei pigmenti monocromi di Yves Klein, di spezzoni del film Blue di Derek Jarman e di dettagli della Cappella degli Scrovegni di Giotto diventano la sceneggiatura visiva per un’improvvisazione sonora di De Luca; mentre in Vuotopieno, le campane tibetane, la shruti box, chimes e altri strumenti suonati da Siccardi accompagnano la lettura in versi di brani dalla letteratura orientale e proiezioni di inchiostri di china, pitture zen e altri lavori di artisti contemporanei particolarmente attivi sul tema del rapporto vuoto-pieno.