I quattro elementi e l’etere
Dedicato ai quattro elementi e l’etere, nella sede della Scuola Internazionale di Yoga Hari-om nasce un percorso visivo che si espande dal giardino alla sala di pratica. Aperto e gratuito per tutta l’estate 2014 (fino a fine settembre), questa mostra raccoglie opere di diversa fattura che abitano gli spazi domestici della cascina e uniscono segno visivo e segno scritto.
Nelle arti, scrittura e immagine sono al principio la stessa materia. Dai trigrammi dell’I Ching ai calligrammi visivi o inchiostri Sumi-e, dai primitivi disegni rupestri ai neon iconici degli artisti concettuali degli anni sessanta, la parola è disegno, traccia dell’uomo e del suo bisogno di estetica come necessità dello spirito.
Si tratta di un percorso in cui si legge e si guarda: brevi e incisivi frammenti di autori antichi e contemporanei si uniscono a colori, forme e composizioni che Emanuela Genesio ha dedicato all’acqua, la terra, il fuoco e l’aria, la materia di questo mondo. L’etere, elemento non elemento, materia immateriale e sottile, è un’approssimazione al non dicibile in forma terrena.
Non c’è intenzione simbolica in questo progetto; nella società odierna accade che le sovrastrutture soffochino il dato primo, apponendo veli su veli all’incontro con la realtà. La lettura simbolica – o l’intenzione in chi crea – rischia di manifestarsi come un significato altro che soffoca la cosa, un “oltre” che arriva ancora prima della cosa stessa. La realtà fa parte di ciò che siamo, sviluppare la consapevolezza di questa presenza (di noi e degli elementi) è un viaggio necessario all’incontro di tutto ciò che possiamo intuire di più sottile ed effimero in questo mondo.
Perciò l’intenzione di questo percorso tra arti visive e parola sta nell’auspicio che il segno sia il filo conduttore diretto con ciò che è, nell’incontro con lo spazio e il tempo di Cascina Bellaria. Perciò i sensi e l’intuizione, elementi che l’arte sollecita e che ne costituiscono il senso, sono i protagonisti di questo percorso: chiunque desideri fermarsi a contemplare, sentire vedendo e leggendo può farlo attraverso due opere scultoree, un libro d’artista e due installazioni visive che includono la scrittura.
L’acqua e l’etere sono rispettivamente le installazioni scultoree che aprono e chiudono il percorso. La prima, all’esterno della cascina, è un cerchio in plexiglas nero con intagliato al centro il trigramma dell’elemento così come lo si legge-vede nel millenario Libro dei Mutamenti, l’I Ching. L’ultima, nella sala di pratica, una lastra in plexiglas trasparente che riflette su cubo bianco l’ombra di una frase di Piero Manzoni, artista concettuale italiano degli anni Cinquanta e Sessanta.
La terra e il fuoco si trovano a pian terreno, su due lati della colonna centrale. Nascono come installazioni attorno a un frammento di Eraclito per il fuoco, e del land artist Walter De Maria per la terra.
Il primo è un libro d’artista che contiene una poesia di Luca Ragagnin e un disegno originale di Emanuela Genesio; mentre la seconda, è un’installazione composta da sette piccoli inchiostri litografici stampati su tela che evocano i disegni rupestri.
Salendo, si giunge all’elemento aria: sette contenitori cubici da cui emergono foglietti leggeri solcati da segni azzurri, bianchi e neri insieme ad una frase estrapolata dal romanzo Attesa sul mare di Francesco Biamonti.