La certezza che il tempo passi accompagnandoci verso un inevitabile finale, da un certo momento della propria vita sembra non sfuggirci più. Ci può cogliere allora una certa malinconia che è più una proiezione per qualcosa che immaginiamo mancare in futuro che per un passato vissuto. Una malinconia “in memoriam” che può ammantare il presente d’inappetenza e, a tratti, debilitante tristezza.
Una risposta che Alberto Asor Rosa offre alla sua intervistatrice, smonta però questa prospettiva.
L’eminente scrittore, politico, docente e inventore di una critica del tutto personale a cui Mondadori dedica uno dei prestigiosi Meridiani, sostiene di non pensare mai all’età che avanza, “se non indirettamente”. Alla domanda su come affronta gli anni che passano, Asor Rosa disegna una prospettiva meno grigia di ciò verso cui il comune pensare potrebbe spingerci. Ecco le sue parole: “cerco di fare cose che non confliggano con la vecchiaia e non elaboro piani a lungo termine. La vecchiaia stimola e sollecita effetti di creatività e di conoscenza che non offrono le altre stagioni della vita, e proprio per questo si possono conquistare dei momenti di grande soddisfazione e di felicità. I miei progetti per il futuro dunque sono di continuare a fare quello che ho fatto finora e fino a quando mi sarà possibile” (in Alberto Asor Rosa, in Tuttolibri “La Stampa”, 10 ottobre 2020). Poi spendiamo tempo a chiederci che cosa è saggezza…