Sutra di Sidi Larbi Cherkaoui con i Monaci del Tempio cinese Shaolin e le scenografie dello scultore Antony Gormley è una delle creazioni culturali ed estetiche più intense e pregnanti degli ultimi anni. Non son l’unica ad affermarlo, Sutra è stato letto dai critici dei Paesi che l’hanno ospitato come “lo spettacolo cult del nuovo millennio”.

Si resta senza parole allo spettacolo di Cherkaoui.
Forma e contenuto sono perfettamente amalgamati, musica dal vivo, danza, scenografia e luci si valorizzano a vicenda producendo un’ora di straordinario incanto. I sensi e la mente sono completamente agganciati in questo racconto commovente che ha portato il coreografo e ballerino Cherkaoui a incontrare i monaci di Shaolin e la loro ferrea disciplina, così come altri importanti artisti quali lo scultore Antony Gormley e il compositore Szymon Brzoska.
Così Cherkaoui racconta il suo viaggio:

Ecco il resto dell’intervista e commenti di Marl Monahan che Torinodanza pubblica come libretto di scena per lo spettacolo del 12 settembre 2019 al Teatro Regio di Torino:


«Torinodanza festival – dichiara Anna Cremonini direttrice del Festival che ha ospitato Sutra – conferma e rafforza la propria vocazione internazionale proponendo le opere di quegli artisti che, con le loro creazioni, raccontano il mondo, osservano le contraddizioni del nostro tempo, trasformandole in pensiero, visioni, riflessioni artistiche, etiche e anche politiche. In una società globalizzata i temi più urgenti si assomigliano e tendono a convergere in una lettura complessa della nostra attualità. Il progetto che anima il festival si muove in quel tessuto che rappresenta il punto più avanzato della ricerca, guardando soprattutto alla generazione dei post-maestri, artisti che scrivono oggi la storia viva di questa disciplina che per statuto e vocazione non conosce confini, parlando la lingua universale dell’anima e del corpo. Se pure si vuole indicare una nazionalità d’origine, i nostri artisti sono cittadini di un mondo aperto, transnazionale, multietnico e pluridisciplinare. Anche l’Italia che balla parla una lingua universale che ogni giorno conquista nuove platee, su cui Torinodanza scommette e investe per sostenere la loro meritatissima diffusione».
