Alcune volte in lui, come già negli impressionisti, il colore diventa disegno. Il contorno può anche esserci, ma è un’“ombra”, un esito del colore, la conseguenza dello spazio occupato dalla dimensione del colore. Altre volte il colore divora la pagina, si dilata fino a diventare la possibilità d’infinito in terra.
Erri De Luca, in uno dei suoi interventi su “Avvenire”, cita questo verso del poeta russo Iosif Brodskij: “questo paesaggio è disposto a fare a meno di me”. Lo scrittore prosegue dicendo che a un certo punto giunge il momento in cui: “ci si toglie con l’immaginazione dalla cartolina”, perché ci si accorge che lì non manca niente. Ci sono autori, nelle diverse discipline artistiche, che questo lo sanno da subito e che, nei limiti del possibile, non presenziano nelle loro opere. Magari a fatica, magari ponendosi mille domande, si “astraggono”, fino a immaginare una “storia a fumetti senza persone”. Parole di Serio. Parole di chi sa che per dare il meglio di sé in questo passaggio sulla terra, possono essere le cose, le pietre, gli alberi, gli spazi dell’orizzonte a parlare per noi.
Andrea Serio, Covers
23/09/2024 emanuela commento libro, commento mostra, fumetto BLOG, RECENSIONI
Realizzata in collaborazione con il Centro Studi Beppe Fenoglio, e allestita nel Palazzo Banca d’Alba della città omonima, l’esposizione Diagonali Covers a cura di Chiara Stival raccoglie diversi progetti di Andrea Serio, illustratore e fumettista di fama internazionale. Copertine di libri, riviste e cd musicali, fogli di studio e disegni definitivi si alternano ai libri che trasformano quei disegni in oggetti (tra cui anche il fresco Premio Campiello 2024 Alma di Federica Manzon). Il bel catalogo Covers è un sunto del progetto itinerante ospitato in più sedi italiane. Costruito sulla metafora della “diagonale”, intesa dalla curatrice come una linea che collega punti più o meno distanti, si sviluppa qui in quattro declinazioni: passione, persone, bellezza e restituzione. Queste linee di giunzione, aventi sempre almeno un punto in comune, ad Alba si incontrano sul tema dell’albero nei paesaggi dello scrittore Beppe Fenoglio e nei progetti per le nuove copertine Einaudi di Andrea Serio. La piantumazione di 23 alberi in zona San Cassiano è l’ulteriore connessione creata dalla Fondazione Banca d’Alba e dal Comune in collaborazione con il Centro Studi e Serio-Stival, per celebrare i 23 giorni della città di Alba (80 anni dall’evento) con un’azione gentile verso la natura.
Osservare da vicino i disegni originali di Serio è gioia per gli occhi. Michele Montanari nel testo Icastico rapsodico blu, lo definisce poeta d’immagini in nome del fatto che “quello che realizza, aumenta e allo stesso tempo riduce, asciuga e inonda lo spazio rassicurante dell’ordinario”. Che siano paesaggi assolati, vette innevate, scorci architettonici o angoli di stanze, i luoghi di Serio portano con sé la sospensione della poesia, quegli attimi di meraviglia che regalano alla vita respiro. C’è quasi sempre una tendenza al movimento lasciata libera di dinamizzare la pagina, sebbene ad uno sguardo largo, l’immagine possa rinviare a un diffuso senso di quietudine. C’è un tempo astratto in ogni sua più riuscita immagine, un tempo largo che non abbisogna dell’uomo. Anche la parola – specialmente nei suoi progetti più lirici, come Rapsodia in blu o Gauloises – è rarefatta: “una finestra chiusa – dice Serio – può raccontare molto di più di un dialogo tra due personaggi”. Ed è sempre il disegno a governare la ritmica del testo, a far sì che dai colori, che in lui sono risultato di uno studio luministico, nasca una possibilità di palpabilità; non un’assenza, ma come per il senso orientale dello spazio, un vuoto che regala potenzialità concreta.
Alcune volte in lui, come già negli impressionisti, il colore diventa disegno. Il contorno può anche esserci, ma è un’“ombra”, un esito del colore, la conseguenza dello spazio occupato dalla dimensione del colore. Altre volte il colore divora la pagina, si dilata fino a diventare la possibilità d’infinito in terra.
Erri De Luca, in uno dei suoi interventi su “Avvenire”, cita questo verso del poeta russo Iosif Brodskij: “questo paesaggio è disposto a fare a meno di me”. Lo scrittore prosegue dicendo che a un certo punto giunge il momento in cui: “ci si toglie con l’immaginazione dalla cartolina”, perché ci si accorge che lì non manca niente. Ci sono autori, nelle diverse discipline artistiche, che questo lo sanno da subito e che, nei limiti del possibile, non presenziano nelle loro opere. Magari a fatica, magari ponendosi mille domande, si “astraggono”, fino a immaginare una “storia a fumetti senza persone”. Parole di Serio. Parole di chi sa che per dare il meglio di sé in questo passaggio sulla terra, possono essere le cose, le pietre, gli alberi, gli spazi dell’orizzonte a parlare per noi.
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