Emanuela Genesio

andando per stare, luoghi poetici tra arte e qiyoga

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A risentirci, Ezio Bosso!

15/05/2020 emanuela blog, musica BLOG, PENSIERIMMAGINI

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A Ezio Bosso 

Non ci sono note strumentali in questa filastrocca.
C’è una voce di bambino che invoca la protezione dei mostri notturni: i tassi barbassi, i ragni pelosi, le lumache bavose, esseri svegli la notte e dormienti non appena il mattino s’innalza.
Sono loro i regnanti della notte, loro ad esser invocati per vegliare sul sonno dei bambini.
La danza n. 1 – Rumba per la notte è il brano che segue la Filastrocca, dando vita all’incalzare ritmico di archi che apre la soundtrack Io non ho paura composta da Ezio Bosso per il film omonimo di Gabriele Salvatores.
Una colonna sonora che è stata per me la colonna portante di buona parte del mio lavoro creativo applicato ai movimenti corpo-respiro. Le diverse Danze, dette “dei pensieri”, “dell’albero”, “del buco”…, insieme all’album Music for Weather Elements, mi hanno permesso di vedere, sentire, percepire i flussi tra le forme, i passaggi nell’infinito mare delle relazioni poetiche.

Non ho sempre apprezzato i suoi concerti dal vivo, soprattutto come esecutore di se stesso e quando la malattia ha cominciato a corroderlo in maniera da invalidare le sue capacità tecniche, ma non posso contare l’infinità di play and stop effettuati su brani come Split, Postcards from Far Away o Rain, in your Black Eyes. Su quelle note sono nate innumerevoli azioni spontanee di movimento e respiro, azioni interne sulla mente e il sistema nervoso, l’ascolto profondo di ciò che innesca la precisione di una melodia, la percussività di un ritmo, l’incastro armonioso di strumento solo e orchestra, l’ariosità degli archi e l’incisività potente del pianoforte.

E’ un caso che oggi io debba tenere una lezione di Qiyoga in diretta.
La dedico ad Ezio Bosso nel giorno della sua morte.
Con tutto il pudore che si merita, con tutta la delicatezza di quella filastrocca, al di fuori di ogni vanità, dentro la meravigliosa vena poetica delle sue creazioni.

E che i mostri pelosi veglino sul suo sonno.

Scrissi due parole sul concerto che Ezio Bosso tenne a La Morra l’autunno scorso.
Non erano parole di encomio: Bosso faticava in ogni gesto che compiva e le dita delle mani non gli rispondevano come desiderava. Dichiarò questa performance come l’ultimo concerto della sua carriera. Ma, come si legge nella bella intervista rilasciata a L’Espresso nel periodo di quel concerto, stava continuando a comporre. E la sua maestria e invenzione creativa mancherà moltissimo.

Qui l'ultima intervista a L'Espresso
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