Architetture portatili e Case così
Mi piacciono le case essenziali, gusci comprensibili per i bisogni primari. Semplici quanto basta per trovare quel che c’è dentro e vedere fuori.
Non scordo che le case son fatte di materia (riparano dagli agenti esterni), ma nemmeno che è il vuoto dentro ad accogliere i nostri corpi, le molecole d’aria, i raggi di luce, il pulviscolo (…la polvere…).
Sono questo, le case di Michele Ferri: saldi spazi misurabili e trasparenze in levare, muri che recano graffiature del tempo e di mani che toccano. Alcune sono anche provviste di ruote, roulotte nomadi che nascono da precisi sapori di giochi infantili (basta aggiungere una cordicella che la casa corre con noi bambini). Laddove è la bidimensionalità che prevale, tracce di disegno in levare o di campitura che disegna, trasformano questi blocchi trapezoidali in luoghi a metà tra la dimensione del reale e quella dell’immaginario.
È raro che volume e bidimensionalità convivano, ma qui, sculture o dipinti, queste casette si manifestano come chiari segni di un’esperienza estetica, una condizione in cui sensi e mente sono una cosa/casa sola.
E negli spazi così, è bello abitare.


Michele Ferri
Michele Ferri è nato a Fano nel 1963. Pittore, scultore ed illustratore, dopo gli studi artistici a Pesaro e Urbino ha vissuto a Parigi dal 1993 al 2003 dove, oltre all’attività artistica, ha collaborato per diverse case editrici e studi di comunicazione grafica. Ha illustrato diversi libri in Francia e in Italia e le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive a Parigi, Francoforte, Tokyo, Lisbona, Bruxelles, Bratislava, Milano, Torino, Bologna, Venezia, Reggio Emilia, Pesaro. Tornato in Italia, ha insegnato “Iconografia e Illustrazione” all’ISIA di Urbino e tenuto workshop presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, i Musei d’Arte Moderna di Genova Nervi, i Musei Civici di Pesaro, l’ISIA di Urbino e di Firenze. Dal 2011 risiede a Reggio Emilia.